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Il credito d’imposta ricerca e sviluppo retroattivo rappresenta un’opportunità significativa per le PMI italiane, soprattutto nel settore manifatturiero, che spesso svolgono attività innovative senza riconoscerle come tali. Introdotto per incentivare l’innovazione, questo strumento fiscale consente di recuperare parte delle spese sostenute per attività di R&S, anche per periodi d’imposta passati, fino al 2015.
Tuttavia, molte imprese non sono a conoscenza di questa possibilità, rischiando di perdere un beneficio economico rilevante.
Che cos’è il credito d’imposta per Ricerca e Sviluppo
Definizione e ambiti di applicazione
Il credito d’imposta ricerca e sviluppo è un’agevolazione fiscale che consente alle imprese di recuperare una percentuale delle spese sostenute per attività di ricerca e sviluppo. Le attività ammissibili includono:
- Ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale: lavoro svolto per acquisire nuove conoscenze e/o per sviluppare nuovi prodotti o processi, oppure che utilizza conoscenze e capacità esistenti per pianificare e/o produrre prodotti, processi o servizi nuovi o migliorati.
- Innovazione tecnologica: lavoro finalizzato alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati che utilizzino nuove tecnologie.
- Innovazione tecnologica 4.0 e green: lavoro finalizzato alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati per il raggiungimento di un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0.
- Design e ideazione estetica: lavoro finalizzato ad innovare in modo significativo i prodotti sul piano della forma e di altri elementi non tecnici o funzionali (linee, contorni, colori, struttura superficiale, ornamenti,…).
Tutte le imprese residenti in Italia, indipendentemente dalla forma giuridica, settore economico o regime contabile adottato, possono beneficiare di questa agevolazione, purché sostengano spese in attività di R&S.
Attività ammissibili: più comuni di quanto si pensi
Molte PMI svolgono attività che rientrano nelle categorie sopra menzionate senza esserne consapevoli. Ad esempio:
- Sviluppo di nuovi prodotti o miglioramento di quelli esistenti.
- Ottimizzazione di processi produttivi.
- Implementazione di nuove tecnologie o software che migliorano il processo produttivo.
- Attività di prototipazione o testing.
- Sviluppo di nuove collezioni (es. settore del fashion e del design)
Queste attività, se documentate adeguatamente, possono essere considerate spese ammissibili e, quindi, beneficiare del credito d’imposta.
Valore delle aliquote e recupero retroattivo dal 2015
Le aliquote del credito d’imposta per R&S sono state soggette a variazioni nel tempo. Attualmente, per il periodo d’imposta 2024-2025, l’aliquota è tra il 5% e il 15% delle spese ammissibili, con un limite massimo annuale di 5 milioni di euro .
Una caratteristica distintiva di questa agevolazione è la possibilità di recupero retroattivo: le imprese possono presentare richiesta per le spese sostenute fino al 2015, a condizione che siano in grado di fornire la documentazione necessaria.
Per alcuni degli anni precedenti è possibile recuperare fino al 50% delle spese sostenute.
Quali aziende possono beneficiarne
Le PMI manifatturiere e l’innovazione di processo
Le PMI del settore manifatturiero sono spesso coinvolte in attività di miglioramento dei processi produttivi, sviluppo di nuovi prodotti o implementazione di tecnologie avanzate. Queste attività rientrano nelle categorie ammissibili per il credito d’imposta R&S. Tuttavia, la mancanza di consapevolezza o di risorse dedicate può impedire a queste imprese di sfruttare l’agevolazione.
Casi comuni di R&S “nascosta” nelle aziende
Molte attività quotidiane nelle PMI possono essere considerate R&S, come:
- Adattamento di prodotti per esigenze specifiche dei clienti.
- Sviluppo di soluzioni innovative per migliorare l’efficienza produttiva.
- Implementazione di sistemi di controllo qualità avanzati.
- Implementazione di tecnologie 4.0 nel processo produttivo.
Queste attività, se documentate correttamente, possono essere eleggibili per il credito d’imposta.
Settori con più probabilità di eleggibilità
Sebbene tutte le imprese possano potenzialmente beneficiare del credito d’imposta R&S, alcuni settori mostrano una maggiore propensione all’innovazione, tra cui:
- Automotive
- Chimico-farmaceutico
- Tecnologie dell’informazione e comunicazione (ICT)
- Meccanica avanzata
- Agroalimentare
- Fashion
Le imprese operanti in questi settori sono spesso coinvolte in attività di ricerca e sviluppo, aumentando le probabilità di accesso all’agevolazione.
Documentazione e iter di accesso
Dossier tecnico e perizia: cosa serve davvero
Per accedere al credito d’imposta R&S, è fondamentale predisporre una documentazione tecnica dettagliata che descriva le attività svolte, gli obiettivi perseguiti e i risultati ottenuti. Questo dossier tecnico deve essere redatto secondo specifiche linee guida.
In alcuni casi, è consigliabile avvalersi di una perizia tecnica redatta da un esperto indipendente per attestare la natura delle attività e la loro conformità ai requisiti normativi, o addirittura di una certificazione.
Le fasi della richiesta e il ruolo della certificazione
L’iter per la richiesta del credito d’imposta R&S prevede:
- Identificazione delle attività ammissibili.
- Raccolta e predisposizione della documentazione tecnica e contabile.
- Certificazione da parte di un revisore legale
- Presentazione della dichiarazione dei redditi con l’indicazione del credito spettante.
- Utilizzo del credito in compensazione tramite modello F24.
- Eventuale certificazione tecnica da parte di un professionista abilitato.
La certificazione, sebbene non sempre obbligatoria, può rappresentare un elemento di tutela in caso di controlli da parte dell’Amministrazione finanziaria, perché una volta ottenuta mette un “sigillo definitivo” e inattaccabile sul contenuto del dossier tecnico.
Come evitare errori e contestazioni
Per ridurre il rischio di contestazioni, è importante:
- Assicurarsi che le attività dichiarate rientrino effettivamente nelle categorie ammissibili.
- Mantenere una documentazione dettagliata e coerente.
- Verificare la corretta imputazione delle spese.
- Aggiornarsi sulle normative vigenti e sulle eventuali modifiche.
Per svolgere al meglio questo lavoro, ed essere certi di non commettere errori che possono portare a sanzioni, è consigliabile consultare un professionista esperto in materia di agevolazioni fiscali.
Come Finply può aiutarti
Analisi retroattiva delle attività aziendali
Finply offre un servizio di elaborazione del credito d’imposta R&S completo e competente, da anni. Attraverso un’analisi approfondita delle attività, è possibile recuperare le agevolazioni fiscali spettanti per gli anni precedenti, fino al limite massimo consentito.
Tutto questo con la certezza di un lavoro svolto in completa compliance alla norma vigente, e garantito da una copertura assicurativa che non ha eguali nel settore.
Redazione del fascicolo tecnico e invio pratiche
Il team di esperti di Finply non supporta le imprese nella redazione del fascicolo tecnico, ma lo redige direttamente a seguito di un’approfondita analisi e almeno una visita presso l’azienda.
Supporta poi l’impresa nella raccolta della documentazione necessaria, si occupa di dialogare con il revisore legale per la certificazione del credito e affianca il cliente nella richiesta del credito d’imposta.
Questo servizio garantisce una gestione efficiente e conforme alle normative vigenti.
Tutela e assistenza in caso di controlli
In caso di controlli da parte dell’Amministrazione finanziaria, Finply offre assistenza e supporto per fornire le informazioni richieste e per gestire eventuali contestazioni, garantendo la massima tutela per l’impresa.
Questo anche grazie alla partnership con importanti studi legali tributaristi.
Quindi che fare?
Il credito d’imposta ricerca e sviluppo retroattivo rappresenta un’opportunità significativa per le PMI italiane che hanno svolto attività innovative negli ultimi anni, anche solo di miglioramento dei propri prodotti e/o processi.
Tuttavia, la complessità della normativa e la necessità di una documentazione adeguata spesso scoraggiano le imprese dal fare richiesta. Ed è proprio qui che entra in gioco il valore aggiunto di Finply.
Grazie alla nostra esperienza verticale nei crediti d’imposta e al nostro approccio da General Contractor, siamo in grado di trasformare un’opportunità complessa in un beneficio concreto e sicuro per le aziende. Non ci limitiamo a raccogliere i dati: li analizziamo, li validiamo con il supporto dei nostri tecnici e predisponiamo un dossier che ha una solidità tale da aver garantito, fino a oggi, una percentuale di successo del 100%.
A differenza di altri operatori del settore, noi non lasciamo il cliente solo in caso di controlli, né prima né dopo l’ottenimento del credito. Anzi, offriamo un servizio di assistenza completa in caso di richieste da parte degli enti competenti, mettendoci in prima linea nel dialogo con l’Amministrazione finanziaria.
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