Investire in beni strumentali rappresenta un pilastro fondamentale per le aziende italiane che puntano a crescere e innovare. Con l’avvento delle tecnologie 4.0 e l’introduzione degli incentivi fiscali per la Transizione 5.0, il 2024 si preannuncia un anno cruciale per sostenere la trasformazione digitale e la sostenibilità energetica delle imprese. Dal “vecchio” credito d’imposta “Transizione 4.0” alle nuove agevolazioni “5.0” per il risparmio energetico, questa guida esplora tutte le opportunità disponibili, aiutando le aziende a scegliere gli strumenti più adatti per migliorare efficienza, produttività e competitività. Scopri come beneficiare degli incentivi per i beni strumentali e affrontare le sfide del futuro.
Cosa sono i beni strumentali?
I beni strumentali sono tutti quei beni essenziali per lo svolgimento delle attività aziendali e professionali. Questi beni vengono acquistati da un’azienda per supportarne le operazioni, contribuendo alla produttività e alla crescita del business.
Quindi, quali sono i beni strumentali? Si tratta di macchinari, veicoli aziendali, impianti, e persino software specifici utilizzati per migliorare i processi produttivi.
Questi beni possono essere classificati in due grandi categorie: beni materiali e beni immateriali. I primi includono elementi tangibili come attrezzature e immobili, mentre i secondi comprendono risorse intangibili come brevetti, marchi e software gestionali.
Esempi di beni strumentali in diversi settori
Ogni azienda utilizza beni strumentali specifici per le diverse esigenze operative. Ma quali sono i beni strumentali più utilizzati nei diversi settori? ecco una panoramica:
- Industria manifatturiera: macchinari per la produzione, robot per l’automazione, impianti energetici.
- Commercio: registratori di cassa, scaffalature, veicoli per la logistica.
- Servizi: software gestionali, computer, arredi per uffici.
- Agricoltura: trattori, sistemi di irrigazione, impianti di stoccaggio.
Beni strumentali 4.0: la trasformazione digitale
Le trasformazioni dettate dal processo di digitalizzazione stanno rivoluzionando il panorama industriale, anche in termini di beni strumentali. Grazie al supporto delle tecnologie emergenti, le imprese possono innovare e rinnovarsi, puntando su automazione, interconnessione e soluzioni avanzate per aumentare la produttività e ridurre i costi.
L’industria moderna beneficia non solo di macchinari avanzati ma anche di beni immateriali 4.0, come software gestionali e sistemi digitali, che contribuiscono a una gestione più efficiente e strategica dei processi. Queste risorse consentono alle aziende di automatizzare i flussi di lavoro, migliorare la precisione delle operazioni e monitorare costantemente le prestazioni.
La trasformazione dell’industria in corso si basa su tecnologie innovative come l’Internet of Things (IoT), l’intelligenza artificiale (AI), la robotica e la realtà aumentata. Questi strumenti migliorano l’efficienza, la qualità e la sostenibilità dei processi produttivi, rendendo l’interconnessione tra macchinari e sistemi informatici il fulcro dell’industria 4.0.
Questa interconnessione non solo garantisce un monitoraggio continuo delle operazioni, ma permette anche di raccogliere e analizzare dati per ottimizzare ogni fase della produzione. Grazie alle tecnologie emergenti come queste, le imprese possono raggiungere un livello di personalizzazione e precisione mai visto prima. Investire in beni strumentali 4.0 significa abbracciare un futuro fatto di innovazione, competitività e sostenibilità.
Cosa sono i beni strumentali 4.0?
I beni strumentali 4.0 sono risorse avanzate utilizzate dalle aziende per automatizzare e digitalizzare i loro processi produttivi. Secondo la normativa italiana, queste risorse devono soddisfare criteri specifici per poter beneficiare delle agevolazioni fiscali, come il credito d’imposta.
Tra i beni strumentali 4.0 troviamo tre categorie principali:
- Macchinari controllati da sistemi computerizzati (come CNC e PLC) che permettono un controllo preciso delle operazioni.
- Sistemi per la qualità e la sostenibilità che monitorano i processi e riducono gli sprechi.
- Dispositivi per l’interazione uomo-macchina, come interfacce intuitive o strumenti che migliorano l’ergonomia e la sicurezza sul lavoro.
Per rientrare nelle agevolazioni del Piano Transizione 4.0, i beni al punto 1 devono rispettare 5 requisiti obbligatori:
- Requisito 1 – Controllo per mezzo di CNC (Computer Numerical Control) e/o PLC (Programmable Logic)
- Requisito 2 – Interconnessione ai sistemi informatici di fabbrica con caricamento da remoto di istruzioni e/o part program
- Requisito 3 – Integrazione automatizzata con il sistema logistico della fabbrica o con la rete di fornitura e/o con altre macchine del ciclo produttivo
- Requisito 4 – Interfaccia tra uomo e macchina semplici e intuitive
- Requisito 5 – Rispondenza ai più recenti parametri di sicurezza, salute e igiene del lavoro.
Invece, i beni al punto 2 e 3 devono rispettare solo il Requisito 2.
Esempi di beni strumentali 4.0
Ecco alcune delle tecnologie che rientrano nella categoria dei beni strumentali 4.0:
- Macchine utensili avanzate: come quelle che operano con laser, plasma o altri processi a flusso di energia, ideali per lavorazioni di precisione.
- Robot e robot collaborativi: sistemi automatizzati che supportano l’assemblaggio, la movimentazione e la saldatura.
- Sistemi di manifattura additiva: come le stampanti 3D, utilizzate per creare prodotti personalizzati e ridurre i tempi di prototipazione.
- Magazzini automatizzati: integrati con i sistemi gestionali per una gestione efficiente delle scorte.
- Dispositivi per la logistica interna: come AGV (veicoli a guida automatica) e sistemi di movimentazione flessibili dotati di sensori avanzati.
Investire in beni strumentali 4.0 consente alle imprese di migliorare le prestazioni e ridurre i costi operativi.
Beni strumentali 5.0: verso l’industria del futuro
Il recente decreto per la Transizione 5.0 segna un nuovo capitolo per l’industria italiana, promuovendo investimenti che coniugano la sostenibilità e l’innovazione digitale. La 5.0 si presenta come la naturale continuazione dell’impegno alla digitalizzazione imposta da Industria 4.0, mettendo però al centro la necessità di processi industriali sempre più sostenibili e che permettano alle aziende di utilizzare meno energia possibile nello svolgimento delle proprie attività.
Nonostante il lungo iter legislativo per il credito d’imposta destinato a questi progetti, oggi Transizione 5.0 è un’opportunità applicabile per le aziende che sono pronte a coglierla.
Cos’è l’industria 5.0 e come si differenzia dal 4.0
La Transizione 5.0 punta a favorire lo sviluppo di processi produttivi che non solo rispettino l’ambiente, ma che contribuiscano attivamente alla riduzione dei consumi e all’aumento dell’efficienza energetica. Questo significa che vengono incentivati tutti i macchinari che già facevano parte della Transizione 4.0 con due importanti aggiunte:
- I software per il monitoraggio continuo e la visualizzazione dei consumi energetici e dell’energia autoprodotta e autoconsumata
- I software per la gestione di impresa, se acquistati unitamente ai sistemi di cui al punto precedente
Questi beni strumentali, in un progetto di Transizione 5.0, diventano trainanti di altri investimenti, che potranno quindi godere della stessa agevolazione:
- Impianti per l’autoproduzione di energia da fonte rinnovabile destinata all’autoconsumo (escluse le biomasse)
- Formazione nei temi della digitalizzazione e della sostenibilità
Esempi pratici di beni strumentali 5.0
Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, non si può propriamente parlare di “beni strumentali 5.0” perché coincidono per lo più con quelli 4.0.
Tuttavia, si può parlare di progetti 5.0.
Ad esempio, un’azienda che desidera acquistare due beni materiali 4.0 e un software di monitoraggio energetico potrà legare a questi investimenti l’acquisto di un impianto fotovoltaico e un progetto di formazione per i suoi dipendenti.
Ma è un progetto 5.0 anche l’acquisto di un singolo macchinario che determini per l’azienda un risparmio energetico, oppure di un piccolo bene che possa trainare un importante fotovoltaico di grandi dimensioni.
Incentivi fiscali per beni strumentali 4.0 e 5.0 nel 2024
Nel 2024 sono stati rinnovati due importanti incentivi fiscali:
- Il Credito d’Imposta “Transizione 4.0” per l’investimento in beni strumentali 4.0
- La misura “Nuova Sabatini” per facilitare l’accesso a finanziamenti con un contributo da parte del Ministero sugli interessi
La vera novità è però l’introduzione del Credito d’Imposta “Transizione 5.0” per l’acquisto di beni strumentali 4.0 che producono un efficientamento energetico.
Come funzionano i crediti d’imposta per beni strumentali?
I crediti d’Imposta per beni strumentali funzionano come una detrazione fiscale.
A seconda dell’ammontare delle spese sostenute e del tipo di credito di cui l’azienda può beneficiare, viene calcolato un valore che l’azienda può recuperare in compensazione sugli F24.
Semplificando è uno sconto sulle imposte che viene utilizzato fino all’esaurimento della somma dovuta.
I crediti d’Imposta permettono quindi di recuperare parte delle spese sostenute dalle aziende per alcune attività ritenute strategiche per il proprio sviluppo.
Crediti d’imposta per beni strumentali 4.0
Nel 2024, se un’azienda acquista un bene strumentale 4.0 e non è possibile verificare che lo stesso produca un efficientamento energetico, potrà richiedere un credito d’imposta pari al:
- 20% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro
- 10% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro
- 5% del costo per la quota di investimenti tra i 10 milioni di euro e fino a 20 milioni di euro
Queste aliquote sono valide per tutti gli investimenti effettuati a partire dal 01 gennaio 2023 al 31 dicembre 2025, fa fede il pagamento dell’acconto di almeno il 20% del valore del bene.
Per i beni di valore superiore a 300.000 € è obbligatoria una perizia asseverata che ne verifichi l’interconnessione, mentre per beni di valore inferiore è sufficiente un’autodichiarazione del Legale Rappresentante.
Crediti d’imposta per beni strumentali 5.0
Le imprese che effettuano un acquisto di beni strumentali 5.0comprendenti beni 4.0, software per il monitoraggio energetico e software gestionali – possono beneficiare di un credito d’imposta, a patto che tali investimenti producano un efficientamento energetico di almeno:
- 3% sulla struttura produttiva, o
- 5% sul processo interessato.
Le aliquote del credito variano in base al valore dell’investimento e all’entità del risparmio energetico ottenuto:
Per investimenti fino a 2,5 milioni di euro:
- Se la riduzione dei consumi energetici è tra il 3-6% sulla struttura o il 5-10% sul processo: 35% del costo
- Se la riduzione dei consumi energetici è tra il 6-10% sulla struttura o il 10-15% sul processo: 40% del costo
- Se la riduzione dei consumi energetici è oltre il 10% sulla struttura o 15% sul processo: 45% del costo
Per investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro:
- Se la riduzione dei consumi energetici è tra il 3-6% sulla struttura o il 5-10% sul processo: 15% del costo
- Se la riduzione dei consumi energetici è tra il 6-10% sulla struttura o il 10-15% sul processo: 20% del costo
- Se la riduzione dei consumi energetici è oltre il 10% sulla struttura o 15% sul processo: 25% del costo
Per investimenti oltre i 10 milioni di euro e fino a 50 milioni di euro
- Se la riduzione dei consumi energetici è tra il 3-6% sulla struttura o il 5-10% sul processo: 5% del costo
- Se la riduzione dei consumi energetici è tra il 6-10% sulla struttura o il 10-15% sul processo: 10% del costo
- Se la riduzione dei consumi energetici è oltre il 10% sulla struttura o 15% sul processo: 15% del costo
Importante notare come sia in corso di approvazione un emendamento che porterebbe le aliquote di calcolo per le prime due fasce d’investimento (quindi da 0 a 10 milioni di euro) al 50%, 55% e 60%, mentre quelle per investimenti oltre i 10 milioni di euro e fino a 50 milioni di euro a 15%, 20% e 25%.
Queste aliquote sono valide per tutti gli investimenti effettuati a partire dal 01 gennaio 2024 e conclusi entro il 31 dicembre 2025.
Per ottenere il credito sono necessarie, oltre alla perizia già prevista dal credito “Transizione 4.0”:
- Una certificazione ex ante correlata dalla relazione tecnica che certifichi l’efficientamento energetico ottenibile con gli investimenti trainanti
- Una certificazione ex post correlata dalla relazione tecnica che certifichi l’efficientamento energetico effettivamente ottenuto
- Una certificazione rilasciata da un Revisore Legale
A questi documenti, sempre obbligatori, si aggiunge ulteriore documentazione nel caso in cui l’azienda voglia trainare investimenti in impianti per l’autoproduzione di energia e/o in formazione.
Come richiedere il credito d’imposta per beni strumentali
Per i beni strumentali 4.0 è necessario inviare una richiesta tramite la piattaforma informatica del GSE (Gestore dei Servizi Energetici), sia in via preventiva che in via consuntiva.
Per i beni strumentali 5.0, attraverso la stessa piattaforma, sarà necessario inviare:
- Una Comunicazione Preventiva per la prenotazione del credito, corredata dalla Certificazione ex-ante;
- Entro 30 giorni dalla conferma del credito prenotato, una Comunicazione relativa all’effettuazione degli ordini accettati dal venditore con pagamento a titolo di acconto, in misura almeno pari al 20% del costo totale degli investimenti in beni strumentali 4.0 (inclusi i costi accessori) e al 20% del costo totale degli impianti di autoproduzione;
- Una Comunicazione di completamento, a seguito dell’installazione dei beni e del completamento del progetto, corredata dalla Certificazione ex-post.
Beni strumentali: contatti e fonti utili per incentivi fiscali
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A questo proposito consigliamo di leggere il nostro articolo “Transizione 5.0: Adesso o Mai Più”, in cui spieghiamo perché Finply può essere il tuo partner ideale.