Come il Piano Transizione 5.0 sostiene la digitalizzazione della PMI
Transizione 5.0 può essere la spinta che le PMI italiane stanno aspettando per investire nella digitalizzazione della propria azienda, ottenendo un credito fino al 45% per l’investimento fatto. Infatti, la recente edizione del “Rapporto sulla competitività dei settori produttivi” dell’Istat ha messo in luce un dato fondamentale: le imprese italiane che hanno investito maggiormente nelle tecnologie digitali si sono dimostrate più dinamiche e competitive, ottenendo vantaggi significativi in termini di produttività e competitività. Questo dato non solo conferma l’importanza della digitalizzazione nell’attuale contesto economico, ma sottolinea anche come tale investimento possa rimuovere i limiti tradizionalmente legati alla dimensione aziendale.
Il contesto
Il rapporto, giunto alla sua dodicesima edizione, ha analizzato gli effetti della crisi pandemica e di quella energetica sul tessuto produttivo italiano. I dati raccolti, provenienti dai Registri definitivi del 2021 e dal Censimento permanente sulle imprese del 2022, hanno permesso di quantificare con maggiore precisione gli impatti di questi shock sulle imprese italiane.
È emerso che gli investimenti in tecnologie digitali hanno rappresentato un importante driver di crescita per le imprese, soprattutto nel contesto di incertezza generato dalle tensioni geopolitiche e dalla diminuzione della crescita economica globale. Tecnologie come il cloud computing, la connettività 4G e 5G, la cyber security e i software gestionali hanno giocato un ruolo chiave nel migliorare l’efficienza operativa e la competitività delle imprese.
Cosa stanno facendo i tuoi competitor
È interessante notare che gli investimenti in tecnologie digitali hanno registrato un significativo aumento del +4,7%, evidenziando il riconoscimento da parte delle imprese dell’importanza di questo settore per la propria competitività.
Per le PMI italiane, investire nella digitalizzazione è diventato più che mai una priorità.
Le imprese virtuose in questo senso hanno ottenuto vantaggi decisivi. L’adozione di tecnologie digitali è stata cruciale per la resilienza del settore industriale, specialmente durante periodi di crisi come la pandemia e la recessione energetica.
Secondo il rapporto dell’Istat, le imprese che hanno abbracciato la digitalizzazione hanno sperimentato una crescita più robusta, contribuendo in modo significativo alla crescita del PIL reale. In particolare, gli investimenti in tecnologie digitali hanno influenzato positivamente diverse aree, tra cui i mezzi di trasporto e la spesa per le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (ICT).
L’analisi del rapporto evidenzia che le imprese più digitalizzate, anche se di dimensioni ridotte come le PMI, hanno dimostrato di essere più competitive e produttive rispetto alle grandi aziende meno mature nell’adozione delle tecnologie digitali. Ciò suggerisce che la digitalizzazione superi i limiti tradizionalmente associati alle dimensioni aziendali, consentendo alle realtà più piccole di competere efficacemente sul mercato.
La strada verso l’eccellenza è ancora lunga
Tuttavia, nonostante i progressi compiuti, c’è ancora molto da fare. Il commercio estero italiano ha risentito della volatilità del contesto internazionale, con una diminuzione delle importazioni e un rallentamento delle esportazioni. Settori come l’energia e i prodotti intermedi hanno registrato contrazioni, mentre altri settori, come i beni strumentali e di consumo non durevoli, hanno mostrato segni di crescita.
Transizione 5.0 è l’opportunità che stavi aspettando
Il Piano Transizione 5.0 ha messo l’accento sull’importanza dell’efficientamento energetico. È però importante notare come la spesa trainante, di qualunque progetto che speri di ottenere il credito d’imposta, sia quella in un bene strumentale 4.0. Questi beni, che possono essere materiali o immateriali, hanno come caratteristica principale quella di essere connessi alla rete. Il Piano 5.0, infatti, si conferma come naturale proseguimento di Industria 4.0, il cui focus principale era proprio la digitalizzazione. Ai macchinari governati da interfacce digitali e ai beni immateriali già previsti da Industria 4.0, Transizione 5.0 aggiunge due tipologie di software/sistemi digitali:
- software, sistemi, piattaforme o app per monitoraggio continuo e la visualizzazione dei consumi energetici e dell’energia autoprodotta e autoconsumata
- software relativi alla gestione di impresa se acquistati unitamente ai sistemi di cui al punto precedente.
Cosa aspetti?
È vero che non sono ancora stati pubblicati gli attuativi che permetteranno di inviare la richiesta per l’approvazione del proprio progetto 5.0. Tuttavia, l’imprenditore evoluto sa che per predisporre un progetto del genere è importante agire subito.
Affidandosi Finply, una società di consulenza strutturata, l’imprenditore potrà iniziare ad analizzare la sua situazione aziendale, verificare il tipo di investimenti funzionali per la sua azienda e iniziare a predisporre il progetto d’innovazione. Così potrà presentare la sua richiesta in tempo, prima che si esauriscano i fondi. Infatti, ricordiamo che gli stessi sono limitati, se si pensa al numero di aziende italiane, anche di grandi dimensioni, che vorranno accedere al Piano.
Adesso o mai più
Avviare un processo di digitalizzazione della propria azienda, e di conseguenza efficientare il proprio utilizzo dell’energia, non solo consente alla PMI di migliorare l’efficienza operativa e la competitività sul mercato globale, ma tramite la Transizione 5.0 può ridurne i costi accelerando il processo di trasformazione digitale, garantendosi un vantaggio competitivo nel lungo termine.
Le imprese che abbracciano questa sfida saranno meglio posizionate per affrontare le sfide del mercato globale e per prosperare in un’economia sempre più digitale e interconnessa.
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